Tra un torii rosso appositamente saturato e un ramen “esteticamente perfetto”, c’è un Giappone che non vuole finire nel vostro feed di Instagram. Quale? Ve lo dico io: è quello dove il Wi-Fi non prende bene, il konbini chiude alle 19 e l’unico rumore è il vento che muove le tende di carta. No, non è un filtro vintage o l’incipit di un film in bianco e nero, è semplicemente il Giappone autentico.
Non che il resto non lo sia, intendiamoci, ma mentre tutti si accalcano per fotografare il padiglione d’oro di Kyoto – Kinkaku-ji (金閣寺) – da esattamente lo stesso angolo (si, lo abbiamo fatto anche noi, lo ammetto), si potrebbe stare seduti in un onsen sperduto a Nyuto, con accanto solo la nebbia e il profumo di legno caldo. Oppure in un villaggio come Tsumago, dove i cavi elettrici sono ancora nascosti e non è permesso usare l’auto durante il giorno. O magari ancora su un treno che attraversa lo Shikoku, dove la vita scorre un po’ più lentamente.

Adesso vi svelo un piccolo segreto. Il Giappone “fuori Instagram” non è un luogo preciso, è un’attitudine, lo dovete cercare, sentire. È il coraggio di perdersi in un vicolo che non porta a un tempio famoso, ma ad un’anziana signora sorridente che vi offre un mochi perché “hai l’aria stanca” (un po’ l’equivalente del nostro “stai sciupato a nonna”!), o perché ha un banchetto in un mercato in cui vi siete ritrovati per caso. È scegliere un ryokan tradizionale con tatami scricchiolanti invece di un hotel “instagrammabile” con vista sul monte Fuji. È il gusto di ascoltare la pioggia battente su un tetto di legno mentre il mondo corre da un lato all’altro della strada per trovare il punto migliore per fare una foto da cartolina.
Certo, magari questo Giappone non è sempre fotogenico e non ci fa guadagnare like. A volte piove, i treni ritardano (rarissimo, ma succede!) ed il ramen non è disposto in maniera perfetta nella ciotola. Tuttavia è proprio qui che succede la magia. Quando smettiamo di cercare l’immagine, l’inquadratura o la luce perfetta e iniziamo a guardare davvero, scopriamo che la bellezza giapponese non è fatta per essere “postata” (o comunque non solo, dai, non siamo proprio fiscali) è fatta per essere vissuta, respirata.
Quindi, la prossima volta che vi capiterà di aprire Google per digitare “luoghi segreti in Giappone”, fermatevi, chiudete tutto ed una volta sul posto lasciatevi guidare dal primo cartello che trovate, anche se non sapete bene dove vi condurrà. Forse alla fine vi ritroverete in un qualche luogo che non è adatto ai vostri reel, ma forse vi farà fare un’esperienza unica e sorridere ogni volta che ci ripenserete. Poi, che altro vi devo dire, se proprio volete fare una foto clickbait almeno non usate il filtro Valencia!





