Vi abbiamo raccontato del gioco di carte Karuta, ma oltre a quello esistono altri giochi tradizionali giapponesi? Ovviamente la risposta è si e a questo proposito vi presentiamo lo Shōgi, per dirlo semplicemente “scacchi giapponesi”. Tuttavia non è il termine più corretto da utilizzare e allora per spiegarvi cos’è e come si è diffuso anche in Italia, abbiamo fatto qualche domanda direttamente al presidente della Federazione Italiana di Shogi, Calogero A. Salomon. A questo punto, immagino di aver già fatto un’introduzione troppo lunga, quindi passiamo al sodo!
Intanto benvenuto sul nostro treno espresso, ci fa molto piacere averti come ospite, speriamo che il viaggio per questa chiacchierata sia confortevole!
- Ci spieghi che cos’è lo Shōgi e quali sono le sue origini?
Lo Shōgi è un gioco giapponese, conosciuto come il gioco dei generali, ma ci sono delle persone che lo chiamano scacchi giapponesi, per il fatto che ha le stesse origini degli scacchi occidentali e altre varianti. Sappiamo che sia lo Shōgi, che le altre varianti, hanno come origine il gioco indiano Chaturanga il quale significa 4 membri. Si dice che sia stato l’imperatore indiano Ravana a creare il Chaturanga, in modo che il suo esercito potesse avere una educazione nella strategia militare.
La menzione più antica dello Shogi è il Kirinsho, un testo datato 1027 e che spiega solo la calligrafia e i caratteri sui pezzi. Nel 1058, nel tempio Kofuku– Ji, sono stati trovati i pezzi più antichi dello Shōgi, i quali avevano la stessa forma di quelli che sono utilizzati oggi; fatti in legno e con scrittura in cinese. Grazie poi allo shogunato dei Tokugawa è stata fondata la prima accademia ufficiale per lo Shōgi e il Go.
- Com’è nata l’idea di creare una federazione per un gioco appartenente ad una cultura, apparentemente, così lontana dalla nostra?
Allora prima di tutto sono un appassionato di cultura giapponese sin da quando ero piccolo, perciò la cultura giapponese non è una cosa nuova per me. Ci sono delle persone che sono appassionate di altre culture perchè magari trovano qualcosa di più interessante che nelle loro o magari trovano affascinante queste diversità e cosi anche loro iniziano a seguire e coltivare certi interessi, come le buone maniere, la musica, i giochi, ecc.
Perché creare una federazione di Shōgi? Molto semplice, nel nostro paese esiste una piccola comunità di giocatori e appassionati dello Shōgi che per anni e anni non ha mai avuto una guida o qualcuno che potesse aiutarli, mostrargli come si gioca veramente lo Shōgi, non solo come un gioco da tavolo, ma anche come punto d’incontro con la cultura giapponese. In passato qualche appassionato ha provato a fare qualcosa, ma non è riuscito a realizzarlo per diversi motivi, per esempio essere il solo giocatore in un piccolo paese, la mancanza d’internet, materiale da leggere, ecc.
- Qual è lo stato attuale della comunità italiana di Shogi e come si è sviluppata nel corso degli anni?
Allora, in poche parole, la comunità shogistica in Italia ha ancora il “pannolino”, nel senso che ancora manca molto per crescere e correre, certo che a differenza della comunità scacchistica, la quale è molto sviluppata, per lo Shōgi manca ancora molto prima di arrivare a quel punto, per diversi motivi; ad esempio, come si diceva prima, la mancanza di materiale da leggere, posti dove giocare ecc. Grazie ad internet però questo è cambiato un po’, perchè ha permesso a diversi giocatori nel nostro paese di iniziare a giocare e conoscere altre persone con lo stesso interesse.
Se parliamo invece a livello europeo, in altri paesi, ci sono diversi gruppi e federazioni, ma in Italia siamo rimasti indietro per il fatto che lo Shōgi è stato monopolizzato da un gruppo di persone che non hanno aiutato per nulla lo sviluppo del gioco e la crescita dei giocatori nel nostro paese, anzi qualche pasticcio è stato fatto, ma va bene, quello che è stato è stato. Da quando noi della Federazione abbiamo iniziato a lavorare per lo Shōgi, la rotta è stata decisamente invertita; abbiamo aiutato e fatto diverse attività, abbiamo realizzato delle lezioni per internet gratuite e continuiamo a farle. In questo modo il numero di giocatori e persone interessate allo Shōgi è cresciuto un po’ ed abbiamo cercato di risolvere un po’ i pasticci di cui accennavo, aprendo la porta a tutti, nel senso che non andiamo a guardare o discriminare le persone se sono italiani o di un altro paese, se sono donne o uomini, ecc. il nostro lavoro è per tutti coloro che desiderano imparare e conoscere lo Shōgi.
- Come mai avete scelto un Tengu come simbolo per la vostra federazione?
Allora, come dicevo sono un appassionato di cultura giapponese, poi l’argomento yokai e specialmente ayakashi mi è sempre piaciuto, non solo per quanto riguarda la cultura nipponica, ma in generale. Oltretutto volevamo mettere qualcosa tipica giapponese, qualcosa che richiamasse l’attenzione di tutti, tra l’altro ci è piaciuta una delle caratteristiche del tengu, ovvero che sono intolleranti nei confronti degli arroganti. Questo atteggiamento lo possiamo vedere in certe persone qui nel nostro paese, ma poi anche personalmente non mi piacciono quel genere di persone. Ad esempio in Giappone esiste il rispetto verso gli insegnanti, senza di loro le persone sono “ignoranti”, la stessa cosa accade nello Shōgi, dove chi impara deve ringraziare quella persona che ha deciso di farti imparare e diventare tuo insegnante. Certa gente crede di essere nata sapiente e sapere tutto ad esempio proprio sullo Shōgi, facendo credere agli altri che sia cosi, ma la realtà è un po’ diversa, questo genere di persone hanno creato solo e continuano a creare pasticci nello Shōgi trasmettendo così un messaggio sbagliato. Questa arroganza è quella che non piace al tengu.
- Secondo noi la cucina e i giochi sono un ottimo ponte tra due culture, un primo punto di unione. Voi cosa ne pensate? Lo Shogi può essere un punto d’incontro tra Italia e Giappone?
Come si suol dire la strada migliore per arrivare a qualcuno è grazie lo stomaco, hehe, credo che la cucina di un altro paese sia la prima ad aprire la strada verso un’altra cultura, perché le persone hanno la curiosità e la voglia di provare qualcosa di nuovo, soprattutto nel mangiare.
Per quanto riguarda i giochi, si, sonno un ottimo ponte, ma dipende anche dalle persone. Se fai vedere un bellissimo gioco, semplice e divertente, ma la persona non ha la voglia di provare, allora è un po’ difficile fargli cambiare idea; tra l’altro esiste una espressione che dice l’essere umano quando vede qualcosa di diverso, crede che sia una cosa cattiva o pericolosa, questo si può applicare a tutte le culture. Certo che ci sono quelli più aperti ed è grazie a queste persone, che ci spianano la strada, che possiamo arrivare a tutti gli altri
- Qual è la missione principale della federazione e quali sono i vostri obiettivi a lungo termine per promuovere lo Shogi in Italia?
La missione principale che ha la Federazione Italiana di Shogi nel nostro paese è di fare crescere il numero di giocatori. Solo per fare un piccolo esempio, in Bielorussia, possiamo trovare più di 300 giocatori, di tutte l’età, in Italia non si arriva ne anche a 100. Loro ad esempio hanno anche una scuola, ma nel nostro paese ancora niente.
Ma questo non significa che siamo rimasti fermi senza fare nulla, negli anni abbiamo ottenuto diversi traguardi, come federazione, per esempio:
- Abbiamo pubblicato l’unica rivista digitale gratuita di Shōgi, la quale si può scaricare dal nostro sito internet.
- Abbiamo iniziato a fare delle lezioni di Shōgi gratuite tramite il web, su richiesta.
- Abbiamo fatto diverse interviste a diversi giocatori di Shōgi, dai professionisti agli amatoriali riconosciuti in Giappone.
- Abbiamo ricevuto una lettera di riconoscimento dal governo giapponese, lettera che ci ha inviato l’ex ambasciatore dove lui ringrazia il lavoro che fa la Federazione nella divulgazione dello Shōgi in Italia, cosa che nessuno ha mai ricevuto.
- Abbiamo collaborato col sito 81dojo (questo è un sito ufficiale per giocare a Shōgi, dove si realizzano campionati su internet e si può giocare contro altri giocatori di tutto il mondo) per aggiungere la lingua italiana.
- Abbiamo pubblicato l’unico libro di Shogi in italiano, il quale è stato riconosciuto dall’Ambasciata giapponese come ottimo (Posso dire che se il creatore del gioco, in questo caso il popolo giapponese, vede e riconosce il tuo lavoro come ottimo, questo è una soddisfazione unica). Questo libro è arrivato alla 5a edizione, il quale va da un livello principiante fino all’intermedio.
- Abbiamo pubblicato l’unico libro di Shōgi in italiano per principianti.
- Abbiamo pubblicato l’unico libro di Shōgi per bambini in italiano e inglese. Devo chiarire che questo è il primo e unico libro di Shōgi per bambini pubblicato fuori dal Giappone.
- Il libro di Shōgi è stato pubblicato anche il altre lingue: Inglese (siamo arrivati fino alla seconda edizione) e francese e spagnolo come e-book. Il fatto di fare una pubblicazione gratuita è per aiutare le persone e fare crescere lo Shōgi in altri paesi.
- Dal 2018 – 2021, la Federazione Italiana di Shōgi è stata sponsor del World Shōgi League WSL (Campionato mondiale di Shogi per internet), ma abbiamo anche partecipato in questo campionato.
- Abbiamo creato la classifica nazionale dei giocatori di Shōgi in Italia.
- Abbiamo creato l’unico sito internet completo.
- Abbiamo creato un canale YouTube, dove è possibile trovare piccoli video corsi, questo canale ha più di 100 video.
Per adesso siamo riusciti a realizzare tutti questi obbiettivi, che sono delle cose che nessuno ha mai fatto per la comunità shogistica in Italia. Tra l’altro la Federazione è stata riconosciuta ufficialmente dalla Nihon Shōgi Renmei come Federazione. La Nihon Shōgi Renmei è praticamente l’equivalente della Federazione scacchistica italiana, ma con la differenza che loro non solo si occupano dello Shōgi in Giappone, ma anche di riconoscere ed accettare gruppi in altri paesi.
- Quali sono i principali eventi e tornei organizzati dalla Federazione Italiana di Shogi?
Come eventi abbiamo partecipato in qualche attività relazionata al Giappone, ma facciamo anche delle presentazioni nelle scuole, istituti, associazioni, ecc. Organizziamo il Campionato Italiano di Shōgi per internet, cosi le persone che non possono spostarsi per diversi motivi, possono giocare non solo contro coloro che abitano nel nostro paese, ma giocatori di tutto il mondo, in un certo senso facciamo un campionato internazionale per internet una o due volte nell’anno e sotto il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano e l’Istituto di Cultura Giapponese in Italia.
- Quali sono le sfide nell’insegnare e promuovere lo Shogi nel nostro paese?
Insegnare non è difficile, ma devi sapere come insegnare, come spiegare le idee e concetti a coloro che desiderano imparare. Per esempio nel gioco degli scacchi troviamo la pedina della torre, in giapponese è chiamata hisha, allora se io voglio fare imparare i nomi delle pedine, posso dire i nomi in giapponese e quello che si utilizza in italiano, cosi le persone possono imparare che hisha o torre sono la stessa pedina, poi se la persona desidera utilizzare la parola hisha o torre, è una sua scelta. Ci sono delle persone però che aggiungono l’inglese, quindi al posto di dire hisha = torre, dicono hisha = rook, ma la domanda qui sarebbe: perché creare questa confusione? Prima di tutto siamo in Italia e si parla italiano, la nostra lingua non è l’inglese, perciò è meglio imparare o il nome giapponese o la parola in italiano, per questo motivo avevo detto che si deve sapere come insegnare, non tutti lo sanno. Noi della Federazione facciamo imparare bene le cose, nel senso: parola giapponese e significato in italiano.
Promuovere lo Shōgi nel nostro paese poi non è impossibile, il problema sono le persone o per meglio dire certe persone, sia perché vedono che hai fatto in poco tempo delle cose che loro non sono riuscite a fare in anni, sia perchè certe persone sono un po’ più aperte di altre ad imparare cose nuove. A volte possiamo trovare qualche giocatore di scacchi che crede di essere superiore o pensa che il popolo giapponese abbia copiato gli scacchi italiani. Vorrei specificare che prima di tutto sono giochi diversi, che gli scacchi non sono italiani, ma possiamo chiamarli occidentali e poi i giapponesi non hanno copiato gli scacchi per creare lo Shōgi , semplicemente entrambi giochi hanno lo stesso antenato.
Da Tanuki posso dire che sicuramente la schiettezza non è mancata in queste risposte, ed a noi yokai questo piace, quindi penso di non dover aggiungere altro! Non ci resta che chiederti ancora una cosa però, ovvero di dare qualche consiglio e suggerimento per chiunque voglia avvicinarsi allo Shōgi ed al tempo stesso alla cultura giapponese!
Allora, se ci sono delle persone che desiderano imparare lo Shōgi e non sanno da dove iniziare, possono contattarci e possiamo fare delle lezioni online, possono visitare il nostro sito internet e canale YouTube, possono inviarci una mail o contattarci su whatsapp e telegram, dove abbiamo creato dei gruppi, iscriversi al nostro gruppo Facebook , dove vengono pubblicate diverse informazioni e notizie sia dello Shōgi, così come di cultura giapponese. Ci trovate come Federazione Italiana di Shogi.
Poi se volete imparare veramente a giocare, potete assolutamente contattarci; la Federazione è stata creata per tutti coloro che desiderano giocare e imparare, anche per semplice curiosità. Noi siamo qui per tutti, magari in giro trovate qualche “chiacchierone” che dice di conoscere lo Shōgi, ma alla fine non è cosi, tutto il nostro lavoro è stato riconosciuto come ottimo, poi se la Federazione giapponese di Shōgi ti riconosce ufficialmente, a sua volta come Federazione, allora sapete dove rivolgervi!